al Prefetto di Alessandriae p.c.al Presidente della Provincia di Alessandriaal Sindaco di Alessandriaagli organi di informazioneoggetto: ex SS.10, situazione inaccettabile
Archivio mensile:agosto 2012
Fecondazione assistita, legge 40 bocciata dalla Corte europea dei diritti umani
MILANO – La legge 40 del 2004, quella che regola la procreazione medicalmente assistita, viola la Convenzione europea sui diritti umani. Lo stabilisce una sentenza della Corte di Strasburgo, che ha dato ragione a una coppia italiana portatrice sana di fibrosi cistica. In particolare, la Corte europea dei diritti umani ha bocciato l’impossibilità per la coppia (fertile) di accedere alla diagnosi preimpianto degli embrioni. L’articolo completo…
Cittadinanzattiva: informazioni per vacanze serene
Estate tempo di vacanza e di viaggi, per chi può ancora permetterseli. Per non essere scottati né dal sole né da cattive sorprese, Cittadinanzattiva lancia “emergenza estate”, servizio di informazione on line, perché la tutela dei diritti non va in vacanza. Leggi tutte le informazioni
Cristiani e militari
Sono vittime, non eroi. L’Avvenire sbanda
Eroi per la pace o vittime della guerra?
Davanti ad ogni vita umana stroncata è doveroso un rispetto profondo. Ma proprio in nome di tutte le vittime delle guerre, chissà quanti lettori di Avvenire sono rimasti scossi per quell’intera pagina dedicata agli “eroi per la pace”, e a quella realtà così “convergente” di soldati e cristiani. (8 agosto 2012, pag.3).
Ecco, lo diciamo forte: è davvero insopportabile questa retorica sulla guerra sempre più incombente e asfissiante.
Da sempre l’esperienza cristiana ci ha impegnato nella cura della “missione” e ci scandalizziamo ogni volta che un cristiano infanga questo valore confondendolo con le guerre -chiamate appunto “missioni di pace”- ma in realtà “avventura senza ritorno”.
Da sempre abbiamo presentato ai cristiani gli eroi della fede e ci scandalizziamo se ora volete rappresentarli con le armi in mano e, per nascondere le responsabilità di tanto sangue versato in questa “inutile strage”, fate diventare “eroi per la pace” questi giovani strappati alla loro vita, vittime della guerra.
Ci colpisce non veder affiorare nemmeno uno degli interrogativi che gli italiani e i cristiani si pongono ormai da anni, assistendo alla fallimentare carneficina afgana: La nostra presenza militare in Afghanistan costa 2 milioni di euro al giorno, e quali sono i risultati? Se li avessimo investiti in aiuto alla popolazione con ospedali, scuole, acquedotti non avremmo forse tolto consenso ai talebani e ai signori della guerra? E delle vittime in ‘campo nemico’ chi se ne occupa? Abbiamo i numeri esatti dei morti e feriti italiani! E quante sono le vittime irachene o afghane? Forse dobbiamo rassegnarci a considerare le migliaia di esseri umani uccise in questa assurda guerra solo “effetti collaterali”?
Ci colpisce molto leggere che anche l’Ordinario militare si allinea a questa retorica della guerra dichiarando, per esempio che fare il militare è “una professione aperta al bene comune e allo sviluppo della famiglia umana” oppure sostenendo che “i cappellani militari sono parroci senza frontiere, impegnati in una pastorale specifica sul fronte della pace”. Ce ne vuole davvero a descrivere “l’aeroporto di Ciampino dove arrivano le salme dei nostri soldati uccisi” come “una scuola di fede”. E ancora “Essere cristiani ed essere militari non sono dimensioni divergenti”. Come cristiani e come sacerdoti restiamo stupiti per questo assai strano insegnamento magisteriale e, alla luce del Vangelo, siamo sconcertati.
Siamo certi che anche il Direttore di Avvenire, oltre che ovviamente il Vescovo Pelvi, ben conosca la sapienza ecclesiale, supportata dal Magistero della Santa Sede, che ci ha insegnato a discernere i diversi modi di affrontare i conflitti internazionali, a partire dalle testimonianze dei primi martiri cristiani, che rifiutavano il servizio militare e non bruciavano il grano d’incenso all’Imperatore considerato una divinità. Come non ricordare il martirio di S. Massimiliano (295 d.C.) condannato a morte “poiché, con animo irrispettoso, hai rifiutato il servizio militare” “quia in devoto animo militia recusasti”) E quante testimonianze di martiri dei nostri giorni abbiamo ancora da raccontare.
Proprio oggi, 9 agosto la Chiesa ricorda il Beato Franz Jagerstatter, obiettore di coscienza contro il servizio militare nel III Reich di Hitler (mentre la maggior parte dei cattolici combattevano) e per questo ghigliottinato il 9 agosto 1943. E’ stato Papa Benedetto XVI, nel 2007, a proclamarlo beato e martire nel suo opporsi al servizio militare e alla guerra!
Chiediamo di aprire un confronto serio e schietto sul tema della guerra, del servizio militare, oggi non più legato all’obbligo della leva, e della presenza dei Cappellani tra i militari, magari proprio con il Direttore di Avvenire e l’Ordinario militare. L’unica occasione di confronto risale al lontano 1997, in un convegno a Firenze promosso da Pax Christi, con un rappresentante dell’Ordinario Militare. Come era stato detto allora ribadiamo l’esigenza che “ si ritorni a discutere sul ruolo dei Cappellani Militari, non per togliere valore alla presenza e all’annuncio cristiano tra quanti, soprattutto giovani, stanno vivendo la vita militare, ma per essere più liberi, senza privilegi e senza stellette”.
A 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II crediamo doveroso riaprire un riflessione seria sulla condanna della guerra e sulle strade che sono chiamati a percorrere gli operatori di pace.
Don Alfio Carciola, Catania
Don Andrea Bigalli, Firenze Don Antonio Uderzo, Vicenza
Don Carmine Miccoli, Lanciano Don Claudio Mainini, Milano
Don Diego Fognini, Morbegno Don Fabio Corazzina, Brescia
Don Francesco De Lucia, Molfetta Don Franco De Pieri, Mestre
Don Gabriele Scalmana, Brescia Don Gianluca Grandi, Imola
P. Giovanni Notari, Catania Don Luca facco, Padova
Don Mario Costalunga, Vicenza Don Maurizio Mazzetto, Vicenza
Don Nandino Capovilla, Venezia Don Paolo Quatrini, Fiano Romano
Don Pierluigi Di Piazza, Udine Don Renato Sacco, Verbania
Don Renzo Stefani, Belluno Don Dino Campiotti, Novara
Don Roberto Geroldi, Ortona Don Albino Bizzotto, Padova
Don Giacomo Tolot, Pordenone Don Salvatore Resca, Catania
Don Salvatore Leopizzi, Gallipoli Don Tonio Dell’Olio, Assisi
Don Luigi Fontanot, Udine Don Flavio Luciano, Cuneo
Don Gianni Gambin, Padova Don Oresta Aime, Torino
Don Piergiorgio Rigolo, Pordenone p. Mario Menin, Brescia
Don Walter Fiocchi, Alessandria Don Ernesto Bozzini, Novara
Don Giuseppe Dossetti, Reggio Emilia Don Alberto Vitali, Milano
Don Pierluigi Sartorel, Fortaleza (Brasile) Don Federico Schiavon, (Brasile)
Don Giancarlo Moneta, Montevideo (Uruguay) Don Toni Revelli, Torino
Don Gianni Novelli, Roma p. Giovanni Sarubbi, Avellino
Don Claudio Raspollini, Firenze Don Giuseppe Gambardella, Pomigliano d’Arco
Don Carlo Sansonetti, (Costa Rica) Don Agostino Rota Martir, Pisa
PER ADERIRE : inviare una MAIL con il proprio Nome, Cognome e Città a drenato@tin.it oppure a: nandyno@libero.it
PER CONTATTI: Don Nandino Capovilla, coordinatore nazionale Pax Christi Italia nandyno@libero.it 3473176588 Don Renato Sacco, Cesara – Vb drenato@tin.it 348- 3035658
AIFA: monitoraggio per l’accesso ai farmaci
AIFA (Agenzia del Farmaco) ha deciso di compiere un nuovo passo in materia di accesso al farmaco verso il consolidamento del rapporto con i cittadini e con i professionisti della salute. L’Italia, attraverso il Servizio Sanitario Nazionale, garantisce ai propri cittadini accesso e rimborsabilità dei farmaci tra i più elevati in Europa. Possono, tuttavia, verificarsi problematiche di accesso alle terapie e disomogeneità nelle modalità di distribuzione e di rimborso dei farmaci a livello regionale. Per tali motivi AIFA ha deciso di dare una concreta risposta all’esigenza sollevata da diverse associazioni di cittadini e dagli stessi operatori sanitari, di monitorare costantemente le eventuali difficoltà di erogazione dei farmaci a livello territoriale e ospedaliero. Al fine di migliorare gli strumenti e le procedure di approfondimento degli elementi di criticità di accesso al farmaco, il Gruppo di lavoro dell’AIFA per il monitoraggio dell’accesso ai farmaci ha predisposto un nuovo sistema informatizzato per la raccolta, la sistematizzazione e l’analisi delle segnalazioni sulle difficoltà di accesso ai farmaci. Il nuovo strumento consentirà la semplificazione della procedura di raccolta e la tracciabilità delle segnalazioni, facilitando tanto l‘analisi complessiva delle problematiche segnalate quanto la risposta dell’Agenzia alle specifiche criticità.
Per la prima volta l’Agenzia ha scelto di utilizzare questo strumento di consultazione pubblica perché la soluzione delle problematiche di accesso al farmaco richiede, infatti, non solo un attento ascolto da parte dell’AIFA ma anche il dialogo costante con tutti gli interlocutori. I cittadini, gli operatori e le associazioni interessati a presentare suggerimenti ed opinioni sul nuovo modello di raccolta delle segnalazioni di difficoltà di accesso al farmaco potranno inviare i propri commenti utilizzando il modulo per i commenti.