armate negli istituti: «L’istruzione ripudia la guerra».
Ormai da diversi anni le scuole italiane, soprattutto quelle superiori (ma anche elementari e medie non rimangono indenni), sono diventate terra di conquista da parte delle forze armate a caccia di nuove leve per l’esercito professionale e campo di semina della cultura militari sta, in palese violazione dell ‘articolo Il della Costituzione (cl.Ttalia ripudia la guerra») e delle Linee guida del ministro dell ‘Istruzione che invece parlano di «educazione
alla pace» e di «nonviolenza».
La scuola italiana, attraverso molteplici iniziative inserite nei percorsi formativi, apre spesso le porte ad attività presentate come orientamento scolastico e gestite direttamente dalle
con i militari italiani in «missione di pace» in Libano.
Poi, nella Lombardia formigoniana, è arrivato il programma «Allenati per la vita», brevi corsi di formazione, benedetti dai ministri dell ‘Istruzione Gelmini e della Difesa La Russa, per insegnare la vita militare agli studenti delle superiori: docenti gli stessi militari, materie come armi e tiro, sopravvivenza in ambienti ostili, difesa nucleare, chimica e batteriologica, esame finale una gara tra «pattuglie di studenti».
lezioni vengano tenute direttamente dai tecnici della principale industria armi era italiana. Fino all’invenzione, ancora di La Russa, della mini-naja estiva per i giovani di 18-25 anni: tre settimane di esercitazioni e, in omaggio, la divisa e gli accessori per la guerra simulata.
Aderendo alla campagna “Scuole smilitarizzate”, promossa da Pax Christi, l’istituto si impegna a:
1. Rafforzare il suo impegno nell’ educazione alla pace e alla risoluzione nonviolenta dei
2. Sottolineare e valorizzare l’educazione alla pace tra le finalità educative dei POF (Piani dell’Offerta Formativa), nelle discipline educative e didattiche e nella programmazione;
3. Proporre uno spazio di confronto tra docenti per evidenziare l’incidenza dell’educazione alla pace nella formazione degli studenti;
4. Prevedere un intervento educativo per gli studenti, al fine di rendere più esplicita la scelta di non educare alla violenza e alla guerra;
5. Escludere dalla propria offerta formativa le attività proposte dalle Forze Armate, essendo in contrasto con gli orientamenti fondamentali educativi e didattici della scuola;
6. Non esporre manifesti pubblicitari delle FFAA né accogliere iniziative finalizzate a propagandare l’arruolamento e a far sperimentare la vita militare;
7. Non organizzare visite che comportino l’accesso degli alunni a caserme, poligoni di tiro, portaerei e ogni altra struttura riferibile all’attività di guerra, anche nei casi in cui questa attività venga presentata con l’ambigua espressione di “missione di pace”;
8. Non accogliere progetti in partenariato con strutture militari o aziende coinvolte nella produzione di materiali bellici;
9. Prevedere la possibilità di arricchire la biblioteca di nuovi strumenti didattici per l’educazione alla pace e alla risoluzione nonviolenta dei conflitti;
10. Affiggere all’ingresso dell’Istituto il logo della campagna, affinché sia pubblicamente manifesta la scelta di lavorare in una scuola che educa alla nonviolenza e non alla guerra. Per informazioni:
www.paxchristi.it-scuolesmilitarizzate@gmail.com