FUORI LA CAMPAGNA BELLICA DALLE SCUOLE

 

La campagna di Pax Christi

Per una scuola smilitarizzata Pax Christi lancia una campagna contro i corsi delle Forze
armate negli istituti: «L’istruzione ripudia la guerra».
Ormai da diversi anni le scuole italiane, soprattutto quelle superiori (ma anche elementari e medie non rimangono indenni), sono diventate terra di conquista da parte delle forze armate a caccia di nuove leve per l’esercito professionale e campo di semina della cultura militari sta, in palese violazione dell ‘articolo Il della Costituzione (cl.Ttalia ripudia la guerra») e delle Linee guida del ministro dell ‘Istruzione che invece parlano di «educazione
alla pace» e di «nonviolenza».
La scuola italiana, attraverso molteplici iniziative inserite nei percorsi formativi, apre spesso  le porte ad attività presentate come orientamento scolastico e gestite direttamente dalle
forze annate.
Le tappe dell’avanzata dei militari nelle scuole sono numerose. A livello nazionale – prima esistevano «solo» numerosi accordi territoriali fra uffici scolastici periferici, enti locali e distretti militari – ha cominciato il centrosinistra nel 2006, con il programma «La pace si fa a scuola» promosso dalla coppia di alfieri Fioroni (ministro dell’Istruzione) e Parisi (Difesa), che prevedeva la realizzazione di un forum online per mettere in contatto gli studenti
con i militari italiani in «missione di pace» in Libano.
Poi, nella Lombardia formigoniana, è arrivato il programma «Allenati per la vita», brevi corsi di formazione, benedetti dai ministri dell ‘Istruzione Gelmini e della Difesa La Russa, per insegnare la vita militare agli studenti delle superiori: docenti gli stessi militari, materie come armi e tiro, sopravvivenza in ambienti ostili, difesa nucleare, chimica e batteriologica, esame finale una gara tra «pattuglie di studenti».
Sempre Gelmini nel 2009 firma un protocollo d’intesa con Finrneccanica, perché le
lezioni vengano tenute direttamente dai tecnici della principale industria armi era italiana. Fino all’invenzione, ancora di La Russa, della mini-naja estiva per i giovani di 18-25 anni: tre settimane di esercitazioni e, in omaggio, la divisa e gli accessori per la guerra simulata.
Aderendo alla campagna “Scuole smilitarizzate”, promossa da Pax Christi, l’istituto si impegna a:
1. Rafforzare il suo impegno nell’ educazione alla pace e alla risoluzione nonviolenta dei
conflitti;
2. Sottolineare e valorizzare l’educazione alla pace tra le finalità educative dei POF (Piani dell’Offerta Formativa), nelle discipline educative e didattiche e nella programmazione;
3. Proporre uno spazio di confronto tra docenti per evidenziare l’incidenza dell’educazione alla pace nella formazione degli studenti;
4. Prevedere un intervento educativo per gli studenti, al fine di rendere più esplicita la scelta di non educare alla violenza e alla guerra;
5. Escludere dalla propria offerta formativa le attività proposte dalle Forze Armate, essendo in contrasto con gli orientamenti fondamentali educativi e didattici della scuola;
6. Non esporre manifesti pubblicitari delle FFAA né accogliere iniziative finalizzate a propagandare l’arruolamento e a far sperimentare la vita militare;
7. Non organizzare visite che comportino l’accesso degli alunni a caserme, poligoni di tiro, portaerei e ogni altra struttura riferibile all’attività di guerra, anche nei casi in cui questa attività venga presentata con l’ambigua espressione di “missione di pace”;
8. Non accogliere progetti in partenariato con strutture militari o aziende coinvolte nella produzione di materiali bellici;
9. Prevedere la possibilità di arricchire la biblioteca di nuovi strumenti didattici per l’educazione alla pace e alla risoluzione nonviolenta dei conflitti;
10. Affiggere all’ingresso dell’Istituto il logo della campagna, affinché sia pubblicamente manifesta la scelta di lavorare in una scuola che educa alla nonviolenza e non alla guerra. Per informazioni:
www.paxchristi.it-scuolesmilitarizzate@gmail.com

L’arte e le radiografie

L’arte rappresenta tutte quelle attività umane che portano a forme creative di espressione estetica, sfruttando accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall’esperienza. Al giorno d’oggi l’arte è principalmente legata alla capacità di trasmettere emozioni e “messaggi” soggettivi, non esiste un unico linguaggio artistico e neanche un unico codice di interpretazione, è proprio per questo motivo che ci sono moltissime forme di arte.

411nJId8fpL._SY355_Sarà proprio per questo motivo che ci sono artisti che utilizzano le radiografie come forma d’arte e che le vendono come quadri? Chissà quale emozione e quale messaggio vuole trasmettere questo artista attraverso la radiografia della colonna vertebrale di una persona affetta da Mucopolisaccaridosi IV (malattia rara genetica)? Quella conformazione della colonna vertebrale all’altezza del collo è proprio una caratteristica, ma anche un grave problema, per una persona affetta da Mucopolisaccaridosi IV (MPS IV o sindrome di Morquio). L’arte è arte ma è corretto sfruttare la malattia per vendere più opere d’arte? E se ora tutte le radiografie (anche le più banali come una gamba rotta) diventassero arte?

L’acqua e le fontanelle

La settimana scorsa Cittadinanzattiva ha presentato i dati raccolti con l’indagine “Dossier Acqua 2013” sui costi del servizio idrico ed è emerso un aumento delle tariffe, inoltre è stato sottolineato che le inefficienze e i ritardi del servizio idrico continuino a essere pagate dai cittadini, senza nessun investimento nel miglioramento del servizio, come mostrano i dati sulla dispersione idrica, in ulteriore aumento negli ultimi anni. Per quanto riguarda i dati della provincia di Alessandria è possibile leggere l’articolo Acqua: tra rincari e dispersioni.

fontanelleLegato all’acqua vi è un interessante e utile progetto: Fontanelle.org  È un progetto che vuole valorizzare le fontanelle pubbliche collocate in strada e nei parchi (draghi verdi, vedovelle, toretti e nasoni…) fornendo ai cittadini e ai turisti una mappa per individuarle. L’idea è quella di migliorare l’accessibilità e la visibilità dei punti di erogazione di acqua gratuita, di promuovere il consumo dell’acqua del rubinetto oltre che favorire la comunicazione fra gli enti che gestiscono la rete idrica e le persone che la usano, mettendo al centro la partecipazione dei cittadini tutti, gli studenti, i giovanissimi, i turisti di passaggio. Nel sito web vi è una mappa interattiva dove è possibile fare una ricerca per indirizzo e individuare la fontanella più vicina ma anche segnalarne una non ancora inserita nella mappa.  E’ anche possibile scaricare l’applicazione con Android: trova la fontanella più vicina a te! Il progetto ha l’obiettivo di far avvicinare le persone alle fontanelle per riscoprirne il valore storico ed estetico e per condividere la cultura dell’acqua pubblica, anche come luogo di aggregazione e bene comune. Ecco qui le fontanelle di Alessandria … segnalate se ne manca qualcuna!

Pax Christi denuncia l’intervento del cattolico Mauro ministro della difesa

31 luglio:parole di guerra e messaggi di pace

Signor Ministro della Difesa Mario Mauro,
certo che lei ha scelto il giorno più sbagliato per dire cose… che vorrei fossero sbagliate, ma temo siano tragicamente vere.
Il 31 luglio, lei ha dichiarato alle commissioni congiunte Difesa, Esteri e Politiche europee del Senato: “Si dice che se ci ritiriamo dal programma per i caccia F35 non avremo penali. Ma abbiamo già speso 3,5 miliardi di euro per la portaerei Cavour che dovrebbe ospitare gli F35 a decollo verticale. Allora non capiremmo per quale ragione abbiamo speso quei soldi”.
Le dirò che siamo in tanti a non capire per quali ragioni avete spese quei soldi!
E le dirò anche che siamo in molti a venirlo a sapere solo ora. Lei invece lo dice come se fosse una delle tante spesucce ordinarie! Tre miliardi e mezzo per una portaerei che è costata, a suo tempo, un miliardo e duecento milioni! A questo vanno aggiunti i circa 14 miliardi per gli F35. Ma stiamo davvero perdendo il lume della ragione? Sarà il caldo, ma davvero siamo alla follia.
E proprio il 31 luglio, Papa Francesco ha annunciato il tema della 47esima Giornata mondiale della Pace, 1 gennaio 2014: “Fraternità, fondamento e via per la pace”. ‘Davanti ai molteplici drammi che colpiscono la famiglia dei popoli (povertà, fame, sottosviluppo, conflitti, migrazioni, inquinamenti, disuguaglianza, ingiustizia, criminalità organizzata, fondamentalismi) la fraternità è fondamento e via per la pace” – afferma il dicastero vaticano Giustizia e Pace – e sollecita all’impegno di essere solidali contro le diseguaglianze e la povertà che indeboliscono il vivere sociale, a prendersi cura di ogni persona, specie del più piccolo ed indifeso…”.
Che dire? Sono due punti di vista di vista molto diversi.
Si tratta di vedere il mondo e le persone dalla parte dei poveri o dalla parte dei ricchi e dei potenti.

Non le sto a ricordare tutto quello che Pax Christi ha scritto su questo tema, fin dall’inaugurazione della portaerei Cavour, quando il Presidente di allora, mons Bona, scriveva: “Ne avevamo proprio bisogno? Certamente i tecnici della lobby industrial – militare adducono tante ragioni per giustificare l’opportunità, se non la necessità, di dotare le nostre Forze Armate di un simile aggeggio. Per noi, e pensiamo anche per tanti, quel taglio di lamiera costituisce una ennesima sconfitta della pace.” Era il 2001.
Non le sto a ricordare tutte le adesioni al breve comunicato-appello dell’attuale Presidente mons. Giudici, subito dopo le sue affermazioni sulla necessità di ‘armare la pace’. Ne ricordo solo una, quella della Conferenza Istituti Missionari in Italia (CIMI). Loro, i missionari, vedono il mondo con occhi diversi.
E anche mons. Giancarlo Bregantini – Presidente della Commissione Episcopale per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace – a proposito degli F35 ha scritto sul quotidiano l’Adige, lo scorso 21 luglio: “In momenti di crisi dolorosa… mi chiedo come può una nazione come l’Italia.. fare una spesa così assurda che offende e umilia tutti e ancora di più i poveri. Non lasciamo essiccare o inquinare la fonte del nostro domani con scelte politico-sociali drammatiche”.
Come vede Signor Ministro, ce n’è a sufficienza per riflettere e per scegliere quali strade percorrere.

d. Renato Sacco

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A Viterbo la LIS è lingua ufficiale

Viterbo e la LISViterbo – La Lingua dei Segni (LIS) è la lingua senza voce dei sordi e non è riconosciuta in Italia come una vera e propria lingua ma questa può garantire al sordo la libertà di comunicare con dignità, aver accesso all’educazione, ai servizi, alla vita sociale e all’istruzione. La Giunta Michelini, nei primi 100 giorni di governo ha proposto e dal 1 agosto, ha approvato all’unanimità (maggioranza e opposizione) il riconoscimento della LIS nella città solidale di Viterbo, con l’auspicio che altre città della provincia seguano l’esempio. In più il Consiglio Comunale si è reso disponibile a presentare alla Camera e al Senato una petizione per il riconoscimento della LIS come lingua ufficiale del Parlamento italiano. In quest’ottica, la prima parte dei lavori del Consiglio Comunale è stata seguita e tradotta nella Lingua dei Segni per un gruppo di cittadini sordi, desiderosi di capire cosa accade nel Comune. Dopo l’approvazione si sono levate in alto tutte le loro mani (anche dei consiglieri) come segno di applauso. Per sottolineare l’importanza per Viterbo di detta approvazione (mozione presentata dal consigliere Marco Ciorba di Oltre le mura, e sottoscritta da tutti i consiglieri) il sindaco Leonardo Michelini ha espresso il suo compiacimento: “Un gesto di profonda sensibilità che il Consiglio comunale ha votato con convinzione e compattezza”.

“Per Viterbo è un evento storico – ha dichiarato il consigliere Ciorba -, è tra le prime città italiane, la prima in tutto il centro sud, anche prima della capitale, a riconoscere la Lingua italiana dei segni. Mi auguro che questa iniziativa, che dimostra la sensibilità di tutti i viterbesi alle istanze della comunità dei sordi, sia riproposta anche da altri Comuni, ad iniziare da quelli della nostra provincia”. “E mi auguro anche – conclude Ciorba – che presto approdi anche in Parlamento, visto che l’Italia, a differenza del resto d’Europa e di ben 44 Paesi nel mondo, ancora stenta a riconoscerla ufficialmente come lingua propria della comunità dei sordi, con pari importanza e dignità di tutte le altre lingue”. “Il suo non riconoscimento – si legge nel testo integrale della mozione – significa, pertanto, annullare secoli di educazione, di storia, di ricerche, ignorare una fonte di ricchezza culturale educativa; significa relegare la persona sorda nel suo mondo, negarle un futuro d’integrazione, significa condannarla al silenzio, all’incomunicabilità e all’isolamento, pertanto si chiede il riconoscimento della Lingua dei Segni italiana come espressione del valore di cittadinanza, di modo che, grazie alla LIS, tutti possano sentirsi pienamente cittadini italiani”.

La Lingua dei Segni è stata riconosciuta dal Parlamento Europeo nel 1988 come e vera e propria lingua dei sordi, come metodo comunicativo che utilizza il canale visivo-gestuale anziché quello acustico -verbale. L’articolo 21 comma E della convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità recita testualmente l’obbligo “di riconoscere e promuovere la lingua dei segni”, mentre l’Italia non ha ancora sancito con una norma l’applicazione di questo obbligo. L’articolo …